DELFINARI GIAPPONESI
in questi giorni, sta circolando la notizia della chiusura di un delfinario in Giappone "per mancanza di pubblico": l'entusiasmo per chi si batte contro queste PRIGIONI sta nel fatto che il delfinario di Choshi City ha subito in 7 anni un crollo del numero di visitatori, da 300.000 a 50.000.
Una delle nostre socie, giapponese, ha voluto approfondire la notizia, trovando queste informazioni.
L'aquario in questione, vecchio di 47 anni e molto logorato, ha chiuso i battenti parte per la mancanza di fondi per la ristrutturazione.
I 2500 animali detenuti presso la struttura (pesci, pinguini, tartarughe di mare e l'unico delfino sopravvissuto malato).
Nel paese rimangono una cinquantina di altri delfinari (la lista completa non è stata reperibile).
La mappa degli acquari associati alla JAZA (Japanese Association of Zoos and Aquariums), che tengono delfini, mostra che sono 33.
Ovviamente ci saranno altre strutture private che li tengono.
Interessante sapere che nel 2015 la JAZA ha ricevuto l'avvertimento dalla WAZA (World Association of Zoos and Aquariums) di non acquistare i delfini catturati a Taiji, pena la cancellazione dalla Associazione Mondiale.
Dopo aspri dibattiti tra gli associati, la JAZA ha deciso di accettare la condizione richiesta ma quattro acquari come segno di protesta sono usciti dal gruppo.
In Giappone l'esibizione dei delfini negli acquari sembra ancora suscitare nel pubblico meraviglia infantile, anche se ci sono voci contro questa tortura.
Dal 2000 l'esibizione dei delfini è tornata di moda in Giappone, e ora sta interessando altri paesi dell'Asia (Corea e Cina in primis) e del Medio Oriente, mentre negli USA - dove è stato lanciato per primo questo tipo di spettacolo - sta diminuendo per la pressione dell'opinione pubblica contraria.
Per soddisfare le richieste dei delfini dall'estero, è in aumento anche l'export degli animali dal Giappone.
Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali) onlus
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