(lettera ai giornali cremonesi, 3/5/2018)
Abbiamo appreso con stupore e rabbia
l’auspicio di organizzare una sagra della carne di nutria da parte del sindaco
di Gerre de’ Caprioli (CR).
Dopo che per decenni siamo stati
ridicolizzati e ignorati quando abbiamo affermato che non esistono prove del
fatto che la nutria sia portatrice di leptospirosi e che, anzi, i documenti
ufficiali escludano una sua rilevanza nella diffusione di questa malattia, ora
improvvisamente questi documenti vengono tenuti in considerazioni e resi degni
di nota (anche se con un intento completamente opposto al nostro di rispettare
e salvare questi animali!).
Questo animale, che da vivo fa
ribrezzo a molti, da morto e cucinato diventerebbe improvvisamente interessante
e appetibile? Fatta a pezzi e resa irriconoscibile nel piatto, anche la nutria
diventerebbe un cibo che non si associa più all’animale da cui proviene, con lo
stesso procedimento di dissociazione mentale che permette di accarezzare un
pulcino, intenerirsi per un vitellino... e poi mangiare pollo o manzo?
O forse in qualche caso, potremmo
associare tutto ciò al desiderio di cibarsi del proprio nemico, rituale arcaico
diffuso nelle più primitive popolazioni?
Distinti saluti
Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
onlus
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