venerdì 29 dicembre 2017

Ordinanza botti Capodanno 2018


Abbiamo appreso dell’ordinanza firmata dal sindaco di Cremona in merito all’uso di “artifici pirotecnici” sul territorio comunale in questi giorni – essa è in vigore dal 30 dicembre 2017 al 2 gennaio 2018 - ... anche se, ad oggi 29 dicembre, abbiamo avuto notizia di cittadini che lamentano il disturbo (per sé o per gli animali) dovuto all’uso di botti/petardi e probabilmente dopo il clou di fine anno si proseguirà fino all’Epifania (come in anni passati).
[link al testo dell’ordinanza: https://www.comune.cremona.it/node/476976]
Al momento, ai Comuni non è data facoltà di vietare completamente i botti (stesso discorso dei circhi con animali: non si può vietare localmente ciò che a livello nazionale è permesso...), ma essi possono soltanto emanare raccomandazioni e limitazioni circa l’uso di botti e petardi in occasione del Capodanno.
Quest’anno, il Comune di Cremona introduce una distinzione tra il centro (o “Zona di Particolare Rilevanza Urbanistica”!), dove “in luoghi pubblici e nelle aree private assoggettate a servitù di pubblico passaggio, è fatto divieto di far esplodere artifici pirotecnici di libera vendita che abbiano effetto scoppiettante, crepitante o fischiante quali ad esempio raudi e petardi”, e la periferia, dove questi prodotti sono permessi “a condizione di non costituire disturbo, danno o molestia a persone o animali ovvero conseguenze di qualsiasi genere o natura sugli spazi pubblici comunali”. Distinzioni, quindi, in merito alla tipologia di artifici pirotecnici ma anche per quanto riguarda la qualificazione dei luoghi (per la periferia, importa solo non produrre conseguenze sugli spazi pubblici comunali...!!). Non sappiamo la ragione di questa scelta, ma non crediamo che sia corretto istituire tra i cittadini privilegi tra chi potrà (in teoria) evitarsi situazioni di disturbo e chi invece dovrà sopportarle... a meno di riuscire a far comprendere “il disturbo, il danno o la molestia” a chi sceglie di festeggiare così il Capodanno. Come si possa fare, sinceramente, non sappiamo dirlo. Forse la questione centro/periferia si riallaccia al discorso della tutela della qualità dell’aria, visto che fuochi, petardi e botti contribuiscono all’inquinamento che già è molto accentuato nella nostra zona (come richiamato anche nell’ordinanza).
Un capoverso è dedicato alla raccomandazione per i proprietari di animali d’affezione di vigilare perché il disagio determinato agli animali dai botti esplosi nei luoghi permessi non causi danni a persone o agli animali stessi (citando, giustamente, il rischio di smarrimento o di incidenti stradali). Giustamente gli umani che convivono con animali devono assumersene la responsabilità, ma noi pensiamo che dovrebbe essere aumentata anche la responsabilità in coloro che causeranno comunque agli animali stress e disturbi fisici come tachicardia, scegliendo di non rinunciare a una “tradizione” ormai diventata esagerata... 
Manca completamente, nel testo emanato dal sindaco, il riferimento agli animali selvatici che soffriranno anch’essi per l’esplosione di botti e petardi, oltre ad essere esposti al pericolo di venire in contatto con artifici pirotecnici inesplosi. 
La soluzione migliore e auspicabile sarebbe che si rinunciasse collettivamente a ricorrere a questa “tradizione”, mantenendo solo (moderatamente) quegli artifici pirotecnici ad effetto luminoso che non producano rumori molesti.
Dal momento che questo sembra poco attuabile nell’immediato, speriamo che ci siano poche segnalazioni, ma che alle segnalazioni che (sicuramente) verranno fatte alle forze dell’ordine segua almeno una puntuale e pronta applicazione della stessa (sanzione: 150 €).

Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali) onlus
29/12/2017

domenica 24 dicembre 2017

Telethon e polemiche: una paziente miopatica chiede di “non donare più”

Pubblicato il 7/12/2017 – Aggiornato l’8/12/2017 da SudOuest.fr

[traduzione a cura di UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali) onlus – 24/12/2017]


Affetta da distrofia muscolare, una paziente critica la “menzogna” di Telethon e denuncia gli esperimenti su animali. Una polemica che non è la prima per questo appuntamento trentennale.
Venerdì e sabato, Telethon celebrerà il suo 31° compleanno. Dal 4 dicembre 1987, l’evento si ripete ogni anno. Uno spettacolo mediatico per una nobile causa: si tratta di raccogliere dei fondi per la ricerca sulle malattie genetiche neuromuscolari, come la miopatia. L’anno scorso, più di 92 milioni di euro sono stati raccolti così. Di nuovo quest’anno, le donazioni dovranno affluire sul sito di Telethon e al 3637 [in Francia].
Se è sinonimo, per il grande pubblico, di solidarietà e di aiuto reciproco, Telethon non raccoglie l’unanimità. Si può criticare un evento posto sotto il sigillo della generosità? Alcuni non rinunciano a ciò e il profilo dell’ultima in ordine di data, Pascaline Wittkowski, la discolpa, a priori, da qualsiasi intenzione maligna.

“Perché finanziare una ricerca che non guarisce?”
In un video pubblicato questo giovedì su Youtube, sul profilo dell’associazione di difesa degli animali Peta, Pascaline Wittkowski racconta di essere affetta da “miopatia da una quarantina d’anni”. “Quando ho visto il primo Telethon, nel 1987, (...) ho avuto molte speranze” dichiara. “Dopo qualche anno, mi sono accorta che, in fine dei conti, tutto ciò è falso, non c’è nulla. Si mantiene solo questa illusione nelle persone, si mantiene questa menzogna”.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=npYLF6hYwQE Una paziente miopatica denuncia la realtà di Telethon
Che cosa rimprovera questa paziente a Telethon? Il suo reclamo riguarda il modo con cui le ricerche sono portate avanti, principalmente attraverso esperimenti su animali: “Tante ricerche e nessuna guarigione... Perché? Semplicemente perché io non sono un cane. Bisogna smettere di credere che si troveranno delle cure per gli umani prendendo altre specie animali (sic). Io non ho chiesto che degli animali soffrano per me” spiega.
“Se volete veramente aiutare i malati, non donate più a Telethon”
Di conseguenza, Pascaline Wittowski lancia un appello: “Ci sono oggigiorno dei ricercatori che sono impegnati su metodi efficaci, affidabili, conformi al genoma umano e che cominciano ad ottenere dei risultati. Perché continuare a finanziare una ricerca che non guarisce? Se voi volete veramente aiutare i malati, non donate più a Telethon e finanziate la ricerca scientifica che non utilizza animali”.

Animali: esperimenti che indignano
Questa affermazione fa eco a una fronda portata avanti da diversi anni dalle associazione di difesa degli animali. 1,9 milioni di animali sono serviti per esperimenti nel 2015 in Francia, principalmente topi (52,9%), ma anche pesci (22,2%), ratti (8,2%) e conigli (5,6%). Più raramente, sono utilizzati cani (3226 individui) e primati (3162).   
“Non lo facciamo per divertimento” assicura una ricercatrice. “E’ lunga la lista di scoperte e progressi medici che dobbiamo ai modelli animali” ricordano altri scienziati. Delle spiegazioni che non convincono associazioni come Animal Testing. Da un anno, la struttura ha pubblicato tre video con telecamera nascosta che mostrano degli esperimenti in laboratorio su topi, scimmie e cani.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=Wr7OFqh6zsU : “La sofferenza è reale”: questi esperimenti su cani sono finanziati da Telethon
“I primati sono in scantinati senza luce, in gabbie di un metro cubo, in perpetuo” sottolinea una responsabile. “E’ peggio delle condizioni dei carcerati, alcuni impazziscono oltre alle loro sofferenze fisiche”. Rimprovera perciò a Telethon di “fare appello alle emozioni e alla generosità della gente nascondendo loro delle cose” sulla sperimentazione animale,
“E’ una tappa obbligata” risponde una ricercatrice a proposito degli esperimenti su cani. “Tutto è nei limiti e lo scopo è avere un giorno delle cure per i bambini”. La presidente di AFM Telethon, Laurence Tiennot-Herment, sottolinea, lei, “che non esiste alcun metodo alternativo” per rimpiazzare totalmente la sperimentazione animale.

“Gadgetizzazione” dell’etica
Queste critiche non sono le prime rispetto a Telethon. Da anni, delle voci si levano contro questo appuntamento che, per la sua potenza mediatica, eclissa, almeno per un fine settimana, ogni altra opera di beneficenza.
Così, nel 2013, il libro “Telethon: le domande che infastidiscono” del giornalista Thomas Lubac, aveva passato in rassegna alcuni dei punti di tensione riguardo a Telethon, come riportava L’Express. In primo luogo sottolineava lo scetticismo di diversi ricercatori sulla ricerca sulla terapia genica, riconoscendo che “i risultati sono deludenti”.
Altri scienziati condannavano uno show mediatico diventato una “gadgetizzazione dell’etica”. Dei pazienti affetti da miopatia raccontavano, loro di aver perso speranza e di essersi allontanati dall’appuntamento, delusi dal fatto che l’AFM sia diventata “una società di produzione di uno spettacolo televisivo annuale”.

Quando Pierre Bergé ha denunciato una “vasta frode”
Tra gli altri polemici, ‘Le Figaro’ ricorda che una delle più celebri resta l’uscita, nel 2009, dell’uomo d’affari Pierre Bergé: “Telethon parassita la generosità dei Francesi, la capta in maniera populista esibendo la sofferenza dei bambini miopatici”, aveva dichiarato, evocando altre associazioni “trascurate”, come quelle per la lotta contro l’Aids. Per queste affermazioni, Pierre Bergé era stato parzialmente condannato. Cosa che non gli aveva impedito di affondare il coltello nella piaga nel 2016 in un tweet, parlando di “vasta truffa”.
TWEET: Pierre Bergé @pvgberge – Telethon. Avevo ragione, è una vasta truffa. Il prof. Testard la denuncia oggi. 16:43 – 4 dic. 2016
Il professor Testard, citato da Pierre Bergé, è un biologo, direttore di ricerca all’Inserm, che ha dichiarato a più riprese, a proposito di Telethon, che egli trovava questo appuntamento “scandaloso”. Così, nel 2011, descriveva sul suo blog Telethon come “un’operazione che (...) fa delle promesse spudorate”, presenta delle scene “indegne” con dei bambini malati e procede a una “manipolazione di massa” ... “Non è sufficiente disporre di mezzi finanziari per guarire tutte le patologie. Lasciar credere a tutta questa potenza della medicina, come fa Telethon è ingannare i malati e le loro famiglie” denunciava.

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Trascrizione dal video “La sofferenza è reale”: questi esperimenti sui cani sono finanziati da Telethon
Una sofferenza mai vista: immersione in un laboratorio francese che testa sui cani
Alla Scuola veterinaria di Alfort, nel corso di esperimenti finanziati dall’associazione caritativa Telethon, dei golden retrivier e altre specie di cani sono allevati con lo scopo di sviluppare una distrofia muscolare paralizzante, compresa la distrofia muscolare di Duchenne.
(immagini video)
Essi perdono la loro forza muscolare e hanno delle difficoltà a deglutire, a respirare e a camminare.
Della bava cola dalla gola di un piccolo cane, mentre il suo compagno di gabbia cammina con difficoltà.
(immagini video)
Questo cane faceva fatica a digerire il suo cibo. Il suo viso era coperto di vomito.
(immagini video)
Questi cani che hanno disperatamente bisogno di attenzione fanno fatica a respirare.
(immagini video)
Gli impiegati del laboratorio ammettono che i cani soffrono. Alcuni cani sono completamente paralizzati prima di raggiungere l’età di 6 mesi e la metà di loro muore prima di avere 10 mesi.
“La beagle, non vorrei essere al suo posto”.
“La sofferenza, è reale”.
Un rappresentante del laboratorio ammette che perderebbero i loro finanziamenti se il pubblico vedesse lo stato dei cani.
“E’ sicuro che se mostriamo loro i nostri cani miopatici, questo rischia di far loro perdere molto denaro. ‘Bene, ecco i soldi di Telethon. Servono a fare quella ricerca’. Questo è dissuasivo per la gente.”
Malgrado decenni di esperimenti sui cani, i bambini continuano a soffrire di distrofia muscolare di Duchenne.
Non c’è ancora rimedio.
Chiedete a Telethon di smettere di finanziare esperimenti crudeli su animali e di sostenere unicamente metodi di ricerca moderni senza animali.
PETA + ANIMAL TESTING

***

Trascrizione del video “Una paziente affetta da miopatia denuncia la realtà di Telethon”
Buongiorno, mi chiamo Pascaline.
Sono affetta da miopatia da circa una quarantina d’anni.
È una malattia evolutiva molto invalidante e che necessita dell’intervento di badanti per gli atti essenziali della vita quotidiana.
Quando ero più giovane, quando ho visto il primo Telethon, mi ricordo che era nel 1987 mia madre mi ha chiamato, mi ha detto “guarda, si parla della miopatia alla televisione, ci sarà una trasmissione, cercheranno delle cure per la miopatia.
Quel giorno avevo davvero speranza, ero in un incubo e mi dicevo che era meraviglioso, ci saranno dei soldi, ne uscirò, potrò vivere la mia vita come voglio.
Dopo qualche anno mi sono accorta che alla fine non è così, tutto questo è falso, non c’è nulla, si mantiene solo questa illusione nella gente, si mantiene questa menzogna di dire loro “vi guariremo, vi guariremo”.
Tante ricerche, nessuna guarigione.
Perché?
Semplicemente perché io non sono un cane.
Ora bisogna smetterla di illudersi e di credere che troveremo delle cure per gli umani prendendo altre specie animali.
Perché io sono così contraria alla sperimentazione animale?
Perché io non ho chiesto che degli animali soffrano per me, io non voglio, fa male, fa male sapere che degli esseri viventi, degli individui, degli esseri sensibili coscienti saranno privati della loro vita, soffriranno, vivranno una vita di sofferenze, essere messi sulla terra per soffrire, solo per me, solo per tentare di curare una malattia.
Ci sono oggigiorno dei ricercatori che sono impegnati, che sono al lavoro da diversi anni su metodi efficaci, affidabili, conformi al modello genetico e al genoma umano e ceh cominciano ad ottenere dei risultati.
Perché continuare a finanziare una ricerca che non ci guarisce?
Se volete veramente aiutare i malati, non donate più a Telethon e finanziate la ricerca scientifica che non utilizza animali.
Grazie.
[VIDEO: PETA]


lunedì 4 dicembre 2017

No glifosato... ma anche no vivisezione!

No glifosato... ma anche no vivisezione!
In questi ultimi mesi, grande rilevanza ha avuto la discussione sul glifosato, sul suo utilizzo in agricoltura e sulla sua nocività e cancerogenicità.
In questo contesto, sta circolando con una buona diffusione, soprattutto in ambienti (virtuali e reali) ambientalisti, la raccolta fondi lanciata dall’Istituto Ramazzini per il finanziamento “dal basso” di un progetto di ricerca che miri a dimostrare gli effetti (dannosi) di questa sostanza sulla salute umana.
Sarebbe un’ottima notizia, avere uno studio attendibile e non di parte su questo argomento... peccato che questo promesso studio si baserà sulla vivisezione (o sperimentazione animale, per noi il termine si equivale, ad indicare studi su animali).
È bastato cercare qualche informazione in più sul loro sito ufficiale (http://glyphosatestudy.org/it) per scoprire che “Una caratteristica peculiare degli studi di cancerogenesi dell’IR [Istituto Ramazzini] è che i ratti sono trattati dalla vita prenatale e mantenuti sotto osservazione fino a morte spontanea o almeno fino a 130 settimane di età, corrispondenti a circa 75 anni nell’uomo”. Si parla inoltre di “tossicità a lungo termine del glifosato a dosi uomo-equivalenti”.
Sì: per capire se una sostanza fa male all’uomo, si ricorre al paradigma ormai da più parti ritenuto assolutamente non predittivo e non scientifico degli esprimenti su animali, in questo caso ratti!
Ci viene spontaneo commentare all’istante ricordando un articolo degli scienziati di Antidote Europe: Noi non siamo dei ratti di 70 kg! (http://antidote-europe.org/humains-ne-sont-pas-rats-70kg/ 5 aprile 2011).
Sempre più scienziati riconoscono l’evidenza che non è possibile estendere i risultati ottenuti sperimentando una sostanza su una specie animale ad un’altra specie, perché ogni specie ha delle determinate caratteristiche biologiche, metaboliche, fisiche...
Vi chiediamo di esprimere la vostra contrarietà all’Istituto Ramazzini (contatti: https://glyphosatestudy.org/it/contatto/) per il loro ricorso a studi su animali e di non finanziare questo progetto se non cambierà l’impostazione di ricerca, con l’abbandono del vecchio paradigma della vivisezione a favore di una vera scienza che – basandosi su studi su cellule, tessuti e cellule umane – possa davvero darci una risposta così importante riguardo la tossicità e cancerogenicità di questo prodotto.
Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali) onlus
Cremona, 4/12/2017


lunedì 27 novembre 2017

UNA in piazza - dicembre 2017

UNA IN PIAZZA... ANCHE A DICEMBRE 

Anche a dicembre (tempo permettendo!) tornano gli appuntamenti con i nostri tavoli informativi:

- domenica 3 dicembre presso il Mercatino del Biologico, Piazza Stradivari a Cremona - tutto il giorno

- sabato 23 dicembre sotto la Galleria XXV Aprile, angolo corso Campi - corso Cavour (dove c'era la gelateria Grom) - tutto il giorno


Vi aspettiamo con libri, volantini, le nostre magliette e anche qualche oggetto, con cui potrete fare o farvi un regalo...!!

UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali) onlus



martedì 14 novembre 2017

2 petizioni per i cani francesi e 1 domanda-riflessione


2 petizioni per i cani francesi e 1 domanda-riflessione

Da alcune petizioni circolanti su internet, apprendiamo alcuni dettagli interessanti sulla situazione del randagismo a casa dei nostri vicini francesi...
La vicenda è presto detta: il Presidente della Repubblica Francese, Macron, ha deciso di eliminare i “contratti assistiti”, mettendo a rischio ben 260 rifugi per animali per un totale di 180.000 animali. Rifugi che accolgono animali persi, abbandonati, sequestrati o di cui nessuno si prende cura per varie ragioni... Con i contratti assistiti, oltre che con il volontariato, questi rifugi si occupano degli animali.
In una delle due petizioni, il volontario che ha lanciato la petizione afferma alcune cose “interessanti” per avere un’idea di come stanno le cose Oltralpe: i cani e i gatti (totale 400 animali) del rifugio presso cui presta volontariato rischiano di essere eutanizzati, anche perché trasferirli in altri rifugi - sempre a detta di questa persona - sarebbe impossibile, dato che sono TUTTI PIENI al massimo e possono SOLO intervenire in caso di abbandoni e maltrattamenti. Non solo, si dice che la Francia è il paese europeo con PIU’ ANIMALI ma anche con PIU’ ABBANDONI E MALTRATTAMENTI di tutti i generi!
Oltre a invitarvi a firmare le due petizioni ai link che si trovano qui sotto, non possiamo fare a meno di invitare ad una riflessione: con questa situazione di canili strapieni e tanti animali da sottrarre a maltrattamenti e cattiverie... come è possibile che i “nostri” cani italiani vengano portati anche in Francia a camionate? (ufficialmente per adozioni bellissime... - solito discorso come per tanti altri paesi europei? traffici non chiari?)
Petizioni da firmare:
https://www.change.org/p/madame-la-...
https://www.mesopinions.com/petitio...

UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali) onlus
14/11/2017 

Silenzio stampa

Intanto, nel silenzio dei mezzi di comunicazione, in Puglia… riceviamo e (indignati) diffondiamo.
UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
www.unacremona.itcomunicazione@unacremona.it

 L’INVASIONE
Follia Tap, 500 militari assegnati ai cantieri per un mese. Militarizzata nella notte tutta l’area
http://www.identitainsorgenti.com/linvasione-follia-tap-500-militari-assegnati-ai-cantieri-per-un-mese-militarizzata-nella-notte-tutta-larea/

sabato 4 novembre 2017

Procioni come le nutrie... nel mirino!!

Nel parco dell'Adda Nord (sede: Trezzo sull'Adda, MI) è stato approvato il rinnovo del piano di abbattimento dei procioni.
Si parla di circa 100 animali. Presenti nel parco da almeno 15 anni.
Come sempre, non si è intervenuto quando erano pochi... si è atteso che potesse scattare un "allarme".

Le colpe? Il rischio che trasmettano il virus della rabbia... e ovviamente i danni alle coltivazioni!! (e in qualche articolo di giornale, li si ritiene responsabili anche di razzie nei pollai, oltre al fatto di rosicchiare tubi per l'irrigazione e cavi della televisione!!)
Per quanto riguarda la rabbia, l'EFSA nel 2015 ha ritenuto efficace la vaccinazione orale anche per la specie procione (con alcuni accorgimenti relativamente alle condizioni climatiche e comunque sottolineando la necessità di una continuità temporale della vaccinazione).

E' una questione che sta già allarmando anche alcune zone del Cremasco, quelle confinanti con l'area del Parco... niente di più facile che gli animali, sentendosi in pericolo in quella zona, si spostino alla ricerca di aree più tranquille in cui vivere.

L'obiettivo è il solito: totale eradicazione.
L'eradicazione è cominciata nel 2014... al momento c'è la convenzione fino al 31/12/2019... ma già si parla di prolungare l'attività a tutto il 2020!! 

Studi scientifici affermano che, per qualsiasi popolazione animale, le uccisioni non servono a diminuire il numero di animali complessivo, anzi aumentano la fertilità degli animali rimasti, perché è una dinamica naturale che le popolazioni (animali) si adattino numericamente allo spazio e alle risorse disponibili... e se la densità numerica cala, ci pensa la natura a far di nuovo aumentare la popolazione. Questioni di conservazione della specie.
Che ne può sapere la natura che un'altra specie si vuol prendere l'arbitrio di decidere, fucile in mano, che altri devono morire?
I procioni condivideranno il destino delle nutrie: catturati con la stessa tipologia di gabbie, uccisi probabilmente nello stesso modo.

Anche l'origine della presenza di questi animali alloctoni è simile a quella delle nutrie: colpa dell'uomo.
Si tratta di animali di origine nordamericana, introdotti in Europa per la caccia e per la produzione di pellicce, ma richiesti anche come animali domestici (per la loro bellezza), salvo poi essere rilasciati in natura dai proprietari quando ci si rende conto che da adulti possono essere "aggressivi" (e come dar loro torto, visto che sono costretti alla cattività?) e che comunque occuparsi di loro non è semplice.
Nonostante il procione sia da alcuni anni definito "specie invasiva" (alloctona), la maggior parte dei paesi europei non ne controllano il commercio ed esistono venditori privati non autorizzati i cui annunci di vendita proliferano su internet.
In Italia la loro detenzione è vietata dalla legge ai privati... e sono pochi anche i centri autorizzati a detenerli qualora siano ritrovati in natura o vadano "spostati" come nel caso dei procioni del parco dell'Adda.

Facciamo un po' di storia della colonia di procioni dell'Adda, partendo da alcuni articoli trovati sul web:
la loro presenza nella zona risale a circa 10 anni fa, quando probabilmente qualcuno ha abbandonato nell'ambiente alcuni esemplari.
Grazie alla loro straordinaria capacità di adattamento e alla mancanza di predatori naturali, il loro numero è rapidamente aumentato.
Burocrazia e (presunti) problemi economici hanno allungato i tempi per la cattura di questi animali... nonostante la cattura sarebbe stata più semplice e meno dispendiosa quando gli esemplari erano pochi!!
Nel maggio 2015, si diceva che era pronto il piano per trasferirli in Umbria in massa, essendoci in quella regione uno dei pochi centri autorizzati alla loro detenzione con posti ancora liberi. Stanziati, per la realizzazione di questo piano, 30.000 euro.
Poco meno di un anno dopo, nel marzo 2016 si afferma che le spese di trasporto non sarebbero coperte da quel budget e per la stessa ragione naufraga l'ipotesi della creazione di un centro apposito nei paesi dell'Adda. 

Ma continuiamo a parlare di soldi... ora, nel 2017, vengono stanziati altri 60.000 euro per proseguire la mattanza, di cui 15.000 euro dati dall'ente parco e 45.000 dai contributi della Regione Lombardia (anche attraverso finanziamenti europei).
Con questi, i soldi sono in totale 90.000 euro!!
Quindi tutti i contribuenti  volenti o nolenti mettono dei soldi in questa "impresa", piuttosto che in metodi ecologici per limitare il numero di esemplari senza uccisioni. Soluzioni alternative alla mattanza ci sono, lo spostamento degli animali o la creazione di un centro sul territorio. Nemmeno con questi ulteriori 60.000 euro è possibile realizzare una di queste due opzioni non cruente??



Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
04/11/2017

domenica 15 ottobre 2017

UNA Cremona in piazza - ottobre 2017

Torna l'appuntamento con i tavoli informativi della nostra associazione... sperando che il tempo sia dalla nostra parte: se non piove ci saremo:
- DOMENICA 22 OTTOBRE, presso il Mercatino del Biologico in Piazza Stradivari a Cremona - tutto il giorno (fino alle 19 circa)
- SABATO 28 OTTOBRE, sotto la Galleria XXV Aprile a Cremona, solo la mattina

Vi aspettiamo con volantini, libri, magliette, qualche oggetto per fare o farvi un regalo e nello stesso tempo aiutarci nelle nostre campagne di informazione...
Visto la triste presenza in questi giorni a Cremona della festa del salame prima e delle fiere di bovini/polli/maiali e prodotti caseari, questi tavoli daranno più spazio al tema di quello che possiamo fare noi con la nostra alimentazione per non causare sofferenza ad altri esseri viventi.
vi aspettiamo!

UNA CREMONA
ONLUS
(UOMO-NATURA-ANIMALI)

giovedì 12 ottobre 2017

I colpevoli e i non innocenti

I colpevoli e i non innocenti

Egregio direttore,
con la sentenza della Cassazione che ha confermato le condanne per il canile di Cremona, è scoppiato un putiferio dai colori (anche) politici. A noi questo non interessa, quello che conta è che non si dimentichi mai quello che è successo ai poveri cani (protrattosi per anni perché “andava tutto bene”) e che ciò serva da monito per il futuro. Gli animali, purtroppo, molto spesso devono essere difesi anche dalle azioni di chi dovrebbe non solo rispettarli, ma occuparsene per proprio “scopo” e in quanto fornitore di un servizio che dovrebbe essere sempre controllato da Comuni e Servizi pubblici veterinari, nell’interesse primario degli animali e in quello secondario dei cittadini che finanziano (soprattutto nel caso di convenzioni pubbliche).
Cordiali saluti

Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)


12/10/2017

sabato 23 settembre 2017

Cremonese come noi


Dal blog carmenluciano.com abbiamo appreso una nuova “moda” lanciata per l’inverno ormai alle porte: cover per I-Phone in pelliccia vera. Sì, proprio così. Per l’articolo completo e gli indirizzi mail per la protesta vi rimandiamo direttamente all’articolo
Non abbiamo potuto fare a meno di notare che tra gli stilisti che hanno firmato questi prodotti di inutile crudele vanità c’è anche la blogger cremonese Chiara Ferragni.
Per questo abbiamo voluto scriverle una lettera dedicata.

Cara Chiara,
abbiamo deciso di aderire anche noi a una protesta che è stata lanciata a livello nazionale per protestare contro la produzione di cover per I-Phone con pelliccia vera.
Dato che lei è cremonese come noi, abbiamo deciso di scriverle una lettera diversa da quella che abbiamo inviato alle grandi firme della moda.
Davvero non sa cosa c’è dietro alla realizzazione delle pellicce?
Forse è così, pertanto vogliamo darle qualche informazione.
Gli animali allevati per la loro pelliccia vivono un’intera vita in gabbia, spesso in condizioni igieniche precarie e con problematiche di tipo psicologico date dalla mancata libertà; quando viene il momento di essere uccisi, i metodi sono volti esclusivamente alla “protezione” della migliore qualità del prodotto finale (la pelliccia) che sarà loro strappata insieme alla vita: elettrocuzione, camera a gas, uso di strumenti contundenti… spesso gli animali sono ancora VIVI quando vengono privati della loro pelliccia, lasciando a nudo muscoli e tendini. La morte sopraggiunge mentre loro spasimano in preda ad atroci sofferenze.
Cercando su internet, troverà molte altre informazioni, anche video di investigazioni negli allevamenti e sulle procedure con cui questi animali vengono uccisi.
Vale davvero la pena di essere complice di queste atrocità solo per un’inutile crudele vanità?
O non sarebbe meglio e più giusto che la vanità sia anche rispettosa di altri esseri viventi, che hanno diritto di vivere?
Speriamo che questo messaggio le serva per riflettere e se vorrà chiederci altre informazioni noi siamo a disposizione.
Saluti,

Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
www.unacremona.itcomunicazione@unacremona.it

mercoledì 20 settembre 2017

UNA Cremona in piazza - 24/09/2017

UNA Cremona in piazza - 24/09/2017


Dopo l'estate... torna l'appuntamento con i nostri tavoli informativi mensili!!
A Settembre, ci troverete con il nostro materiale informativo:
>>> domenica 24 settembre - tutto il giorno - ospiti del Mercatino del biologico - ai Giardini Pubblici di Cremona (piazza Roma)

Vi aspettiamo!!
UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)

sabato 9 settembre 2017

Glifosato, REACH... i test su animali non sono affidabili!

Glifosato, REACH... I test su animali non sono affidabili!

Il 7 settembre 2017, è stata presentata a Bruxelles, presso la Commissione UE per le petizioni, la petizione contro il GLIFOSATO, promossa da Gisela Urban e Gabriele Menzel  dell’Associazione tedesca Tierfreunde ohne Grenzen, insieme all’associazione contro la vivisezione BRD, Antidote Europe e il Partito Animalista. 
Questa è la seconda petizione presentata, la prima fu archiviata! La petizione per ora è stata discussa, ora la Commissione dovrà lavorare sull’argomento: la discussione finale e le decisioni sono attese per la fine di quest’anno o l’inizio del 2018. Le promotrici hanno preavvisato che se anche questa volta la petizione sarà archiviata ci sarà una denuncia.

In questa occasione, dinnanzi all’organismo UE, il Dr. André Ménache di Antidote Europe ha fatto il seguente intervento:
“Buongiorno, ringrazio il Parlamento europeo per questa opportunità di presentare questa petizione. Grazie anche alle associazioni di volontariato e alle ONG per la loro perseveranza nel portare avanti la creazione di questa importante petizione. La ragione per questa petizione è che l’attuale regolamento REACH non è in grado di proteggere la salute dei cittadini dell’UE per due ragioni principali: la continua fiducia sui test su animali; e la raccolta insufficiente di dati umani. I test su animali non sono basati su evidenze e nemmeno predittivi per gli umani. Abbiamo già ascoltato informazioni sul Bisfenolo A (BPA). I produttori di BPA sono riusciti a portare questo prodotto sul mercato scegliendo le specie di animali che  meglio si adattano. Nel caso del BPA, il ratto Sprague-Dawley è diverse migliaia di volte più resistente agli effetti ormonali di questo distruttore endocrino rispetto al topo CF1. L’industria ha ovviamente scelto il ratto piuttosto che il topo per portare il BPA ad essere accettato daòòe autorità di regolamentazione. BPA è anche capace di causare un effetto biologico sulle nostro cellule a dosi molto basse (poche parti per trilione). Un ratto non può predire quello che succederà in un topo e nemmeno quello che accadrà in un essere umano. Ci stiamo ancora affidando a requisiti regolatori adottati nel 1946 o 1947. Queste leggi che richiedono test su animali sono ora vecchie di 70 anni rispetto all’attuale conoscenza scientifica. È ora di aggiornare le leggi. C’è una grave carenza di raccolta di dati umani. Dal 2003 conosciamo la presenza di 300 sostanze chimiche industriali nei corpi dei neonati. Al momento la lista REACH delle sostanze molto preoccupanti (Substances of Very High Concern, SVHC) ammonta a 174. Sarebbe stato più logico lanciare la lista di SVHC all’inizio del programma REACH (nel giugno 2007) usando le 300 sostanze già presenti nel corpo dei neonati. Dovremmo essere tutti sconvolti dal fatto che il cancro è ora la principale causa di morte dei bambini sotto i 14 anni in molte nazioni in Europa. La mancanza di raccolta di dati epidemiologici su persone esposte a sostanze chimiche, in particolare su milioni di lavoratori impiegati in diverse industrie, rappresenta un grande spreco di una risorsa preziosa. Alcuni penseranno che ciò sia dovuto a incompetenza burocratica. Altri la chiamerebbero piuttosto criminale negligenza. Io preferisco essere d’accordo con quest’ultima ipotesi, data l’importanza attribuita all’epidemiologia già negli anni Cinquanta e Sessanta, che ha dimostrato il collegamento tra il fumo e il cancro ai polmoni nelle persone. I responsabili ancora oggi, tuttavia, si concentrano soprattutto sui test su animali a scapito della raccolta di dati umani. La Commissione Europea finalmente si è svegliata a lanciare un progetto di bio-monitoraggio all’interno del programma Horizon 2020, annunciato nel dicembre 2016. Il programma REACH nella sua forma attuale non funziona. Deve essere adattato alla scienza del 21° secolo. Noi abbiamo numerose potenti tecnologie come l’epidemiologia molecolare, i modelli umani PBPK, la tossicogenomica, Adverse Outcome Pathway (PDO) e una gamma di altri metodi che si concentrano esclusivamente sugli umani. Grazie per l’attenzione”. 

giovedì 7 settembre 2017

Abbandoni o traffici?

VAIANO CREMASCO: Canile al 'completo', raddoppiato il numero degli abbandoni


Notizia che mette tristezza... ma che fa anche sorgere qualche dubbio: non è che alcuni di quei cani "smarriti" senza chip provengono dal traffico di animali dal sud? da staffette finite senza adozione? da neo-adottanti senza scrupoli che si disfano del cane appena si rendono conto che è un impegno e una responsabilità? 
Il dubbio viene per il fatto che, leggendo i post degli animali ritrovati, troppi sono senza chip, trovati vaganti in numero troppo elevato per paesi con poche centinaia o migliaia di abitanti... 
Altresì, sappiamo che i traffici di cani passano anche dal nostro territorio e che certi finti animalisti fanno partire animali dal sud senza chip, senza controlli...
BASTA!!!!

UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
7/9/2017

Catturate Kj2 viva o morta

venerdì 25 agosto 2017

Traffico illegale di animali

Traffico illegale di animali

Nel libro di Stefano Izzo “Intelligence e gestione delle informazioni. Attività preventiva contro i traffici illeciti”, edito nel 2011 da Franco Angeli nella collana Criminologia, è contenuto un interessante contributo di Antonello Colosimo (Consigliere della Corte dei Conti, docente universitario, già Vice Alto Vicario per la lotta alla contraffazione). In esso si parla del contrasto ai traffici illeciti, e il secondo punto trattato riguarda il TRAFFICO ILLEGALE DI ANIMALI.

Crediamo che sia molto interessante che un simile argomento venga non solo trattato all'interno di una rassegna dedicata a diversi illeciti di rilevante spessore (come ad esempio rifiuti, armi e persone), ma che il testo in questione sia pubblicato da una delle più rilevanti case editrici italiane nella collana dedicata alla Criminologia.

Per questioni di copyright, non possiamo riprodurne integralmente il testo, contenuto alle pagine 70-73 del libro, ma vogliamo comunque offrirvi un sunto di quanto vi è scritto. [sottolineature e neretti sono nostri; tra virgolette le citazioni dal testo dell’autore].


Subito in apertura, viene citata come fonte la relazione di Ioanna Garagouni, Presidente della Confederazione delle Associazioni animaliste greche (marzo 2007).
Il traffico illegale di animali da compagnia, si afferma, è un fenomeno in espansione.
Si inizia con il caso del territorio greco, con 15-20.000 animali esportati ogni anno (secondo le dichiarazioni di chi questo traffico lo fa) e l’attività ultra trentennale di collaborazione tra cittadini stranieri e greci, in nome di “presunte Associazioni Animaliste” per esportare questi animali, “con il pretesto di adozioni internazionali”, che vengono “spostati in canili o presso Associazioni straniere, soprattutto tedesche, per poi scomparire nel nulla”.
Questo non è che uno spunto per ampliare la visione: “Se consideriamo che nello stesso modo avvengono esportazioni anche da molti Paesi del Sud ed Est Europa e che i randagi hanno tutti la stessa ignota destinazione, viene da chiedersi quale sia l’effettiva sorte di questi animali”.
Gli animali finiscono in una “rete di traffici illeciti” che comprende territori di tutta Europa: partono da paesi con alto tasso di randagismo (Italia compresa) e arrivano in altri paesi, soprattutto la Germania.
Pur senza fare alcun nesso evidente con i traffici, si rileva che:
- sono milioni i cani e gatti randagi che vengono usati per l’industria della pelletteria, per i test chimici, farmacologici, cosmetici e delle armi.
- ci sono siti internet tedeschi con annunci di “adozione” di randagi stranieri (di ogni età – quindi anche anziani – e anche malati), “venduti per una cifra compresa tra i 100 e 350 euro”.
- il randagismo esiste anche nei paesi “civilizzati” (si accenna ai casi dell’Inghilterra e della Germania).
Sia l’esistenza di canili lager – che operano in “totale illegalità” – sia il fatto che “molti sedicenti ‘amanti degli animali’, ossia gli esportatori” gestiscano “punti di raccolta di randagi, per poi spedirli in altri Paesi” vengono dall’autore collegati a “appoggio” e “totale indifferenza” delle autorità competenti (Comuni, Prefetti, A.S.L. Veterinaria e altre).
Il discorso torna poi alla Grecia e ai siti tedeschi, con il riferimento alla Legge greca che nel 2003 ha regolamentato adozioni/esportazioni e che ha fatto infuriare gli esportatori stranieri e i loro contatti greci, arrivando alla pubblicazione di foto e testi che descrivono la Grecia come “una nazione di sadici barbari, che godono nel torturare gli animali e che non permettono ai ‘civili europei’ di salvarli attraverso adozioni internazionali. (...) L’esagerazione è tale che lo scopo è ovvio, quello di alimentare un traffico trasversale”.
Nonostante queste evidenze, il traffico non si è fermato... e non sono serviti nemmeno i blocchi ripetuti di animali in partenza da porti e aeroporti verso Germania, Belgio, Olanda e Danimarca, condotti da Associazioni “vere”.
Se “dietro ogni traffico di animali compare l’ombra dell’illegalità”, si è realizzato poco di concreto. “I traffici illegali aumentano approfittando della vulnerabilità non solo legislativa a tutela delle frontiere continuando in una macabra attività, senza problemi, senza sanzioni, con Governi che fanno da spettatori e, soprattutto, con totale disprezzo per il valore della vita di questi poveri indifesi animali”.
La conclusione dell’intervento è affidata ad una riflessione morale: ogni singolo cittadino ha il dovere di essere informato su questa orribile realtà, perché si possa prevenire, nel rispetto delle vite animali, questo fenomeno; la protezione degli animali indifesi non riguarda solo animalisti o persone sensibili agli animali, ma è una questione di “rispetto nei confronti della dignità umana ed è un obbligo morale per ogni persona onesta”.


Come associazione che da decenni si oppone al traffico di animali, non possiamo che ringraziare Antonello Colosimo per l’attenzione riservata a questo tema e soprattutto per le parole usate.
Non dimentichiamo, inoltre, l’impegno di Ioanna Garagouni (recentemente scomparsa) che tanto ha battagliato per difendere i “suoi” randagi greci da viaggi verso l’ignoto e per migliorare le condizioni degli animali direttamente sul posto, nel proprio Paese.


UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali) onlus

25/8/2017

giovedì 17 agosto 2017

NO alla GUERRA ai CINGHIALI

Nella calda e un po' noiosa estate padana, si è affacciato lo spettro di un "nuovo" mostro, prontamente messo di nuovo nel mirino dei politici al soldo degli zelanti cacciatori...
SONO ARRIVATI I CINGHIALI.
ah no, già, non sono arrivati. Sono stati IMMESSI per scopi venatori, perché i cacciatori devono avere prede (poverini!). Poi, ovviamente, proliferano; e questa non è cosa accidentale, non è solo naturale ma anche voluta (si vedano i casi di pasturazione dei cinghiali... vietata, ma di fatto messa in atto)... ad un solo scopo: cacciare, cacciare e ancora CACCIARE.

Riproponiamo la nostra lettera di gennaio:
La voluta ignoranza uccide

Vi consigliamo questa lettura:
Si devono abbattere i cinghiali?

UNA Cremona onlus (Uomo-Natura-Animali)

domenica 13 agosto 2017

Così muore un'innocente...


KJ2 è stata assassinata.
C'è poco spazio per parole che non suonino vuote e inutili, perché non si è riusciti a salvarla. L'hanno condannata dal primo momento. A partire dall'escursionista che ha "tralasciato" di raccontare della sua bastonata a questa orsa. Da legittima difesa ad attacco. E questo è bastato a chi non aspettava altro per dare voce e potere a forze che stanno a malapena nei limiti della legge, chiedendo a gran voce di AMMAZZARE qualunque animale stia loro tra i piedi, non importa altro, nemmeno che la collettività ha pagato per reintrodurre quegli animali, che tuttavia devono stare all'interno di spazi che sono ben precisi quando si tratta di definire i doveri degli animali (guai ad uscire da essi!) ma alquanto elastici se è l'uomo a doverci entrare per i suoi interessi!!
Di KJ2 si è parlato, per lei tanti hanno preso la parola.
Ma è morta da innocente esattamente come altri animali di cui abbiamo saputo nome e storia da terribili fatti di cronaca, ma anche come tanti altri animali la cui sofferenza e morte non passa dai giornali e spesso nemmeno dai profili social; animali di serie B che non saranno mai come un'orsa famosa.
A tutti gli assassini di animali: VERGOGNA!

martedì 20 giugno 2017

La Sentenza UE sugli (ex) "latti vegetali"

Consigliamo la lettura di questo chiaro ma preciso articolo in merito alla recente Sentenza dell'Unione Europea in merito agli (ex) "latti vegetali"...

La sentenza europea su “latte” vegetale spiegata dall’avvocato

https://www.vegolosi.it/news/la-sentenza-europea-su-latte-vegetale-spiegata-dallavvocato/

giovedì 8 giugno 2017

allevamenti / la verità non si oscura!

"Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere"(Bertolt Brecht)





Diffondiamo questo video per sostenere Essere Animali

"Quando abbiamo reso pubblica l'indagine Prosciutto Crudele sapevamo che avrebbe creato scalpore: le immagini erano davvero forti, di una crudeltà quasi inguardabile, e poi era in qualche modo legata al nome di uno dei più famosi marchi italiani nel mondo.

E così è andata. L'indagine è stata diffusa ben 5 volte dal Tg Regionale Emilia Romagna, ripresa da tutti i cartacei della regione e da tutti i media online nazionali. Se ne è parlato persino in Inghilterra, Cina e Hong Kong.

Il video su Youtube ha raggiunto rapidamente mezzo milione di visualizzazzoni e quello caricato su facebook è stato visto da più di un milione di persone.

Ma verranno entrambi cancellati dalla Polizia Postale: "in via preventiva"!

Ovviamente come sapevamo di creare notizia ci aspettavamo anche una risposta da chi si è trovato in qualche modo accusato per i mancati controlli in quell'allevamento: il Consorzio del Prosciutto di Parma. Risposta che non ha tardato ad arrivare e che ora grazie a un giudice porterà tra domani e dopodomani al "sequestro preventivo" di questa importantissima investigazione.

Nei prossimi giorni le autorità provvederanno a:

Oscurare il sito www.prosciuttocrudele.it

Cancellare da Youtube il video dell'indagine

Far cancellare da facebook tutti i post che riportano a quel sito o video, con cui nell'insieme abbiamo raggiunto 4,9 milioni di persone!"

http://www.essereanimali.org 


venerdì 2 giugno 2017

Regolamento sugli animali Bene Cremona Ma cose da rivedere

LA PROVINCIA Domenica 21 Maggio 2017


Regolamento sugli animali Bene Cremona Ma cose da rivedere


Egregio direttore, per la nostra associazione la decisione del comune di Cremona di intervenire in merito alla convivenza con (alcuni) animali è sicuramente un passo importante, soprattutto per quanto riguarda i circhi con animali (anche se per giudicare compiutamente queste nuove norme aspettiamo di vederle in atto). Altri aspetti dello stesso regolamento ci hanno soddisfatto meno, per quanto riguarda ad esempio la questua con animali, che giustamente interviene nei casi in cui gli animali sono sfruttati da persone senza scrupoli ma non contempla (e quindi non distingue) i casi purtroppo non singolari in cui gli animali sono compagni di vita di persone che per scelta o per difficoltà socio-economiche sono costretti a vivere per strada e/o di elemosina, ma che amano e rispettano i propri quattro zampe. Associazione Una, Uomo-Natura-Animali(Cremona)


sabato 20 maggio 2017

UNA in piazza - Maggio 2017

Anche a Maggio, non può mancare l'appuntamento con il nostro tavolo informativo!!!!
Troverete magliette, libri, opuscoli informativi, adesivi, qualche gadget e piccole creazioni fatte a mano...
Questo mese vi aspettiamo domenica 28 maggio... in Piazza Stradivari a Cremona.


UNA Cremona onlus

domenica 2 aprile 2017

Nutrie e sterilizzazione

Lettere al direttore pubblicate dal quotidiano cremonese "La Provincia" in merito alle nutrie e alla loro sterilizzazione.


"La Provincia" 

16/03/17
  
Il problema nutrie
L’unica arma possibile è la sterilizzazione
Signor direttore,
è singolare la convinzione che ‘cerdella.60’ ha diramato con la lettera pubblicata il 10 marzo*. Peccato che questo signore ignori totalmente la vera causa di quanto è avvenuto con l’importazione di animali dall’America Latina (dove le nutrie sono considerate animali domestici) allo scopo di farle diventare pellicce di castorino. Pittoresca è la sua convinzione che il non riuscire ad eradicare questi animali sia colpa degli animalisti che hanno osato fare ricorsi al Tar, ai prefetti ed al Presidente della Repubblica per evitare l’uccisione di questi animali ovunque, in qualsiasi orario sia con spari che con il trappolaggio e successivo sparo dell’animale in gabbia.
Per fortuna contesta almeno lo spargimento di veleni, ma non prende in considerazione l’unico sistema umano di fermare la proliferazione con la sterilizzazione. Sono certamente una ventina di anni che si continua ad uccidere e non si è risolto il problema poiché non si vuole credere come con le nutrie uccise vengono a nascere molti più cuccioli dato che la vita di qualsiasi essere vivente tende a sopravvivere ed a mantenere la possibilità di resistere numericamente: le nutrie vive provvedono a partorire più volte del normale.
Noi continueremo a combattere contro i sistemi sanguinari e ci auguriamo che un normale buon senso prevalga e metta fine ad una inutile mattanza prodotta dalla ignoranza umana.
Francarita Catelani
(presidente dell'associazione UNA CREMONA Onlus)


*Riferimento a: LA POLEMICA Lotta alle nutrie persa a causa degli ambientalisti (disponibile alla pagina: http://www.laprovinciacr.it/lettere/il-direttore-risponde/163320/lettere-al-direttore-1.html) 10/3/2017

In risposta alla stessa lettera, c'è anche l'intervento di Giuseppe Monticelli di Codogno:
Nutrie e animalisti Hanno dieta vegetale. Non sono un pericolo


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"La Provincia" 
23/03/17


La questione nutrie
Per sterilizzarle non vanno catturate Signor direttore,
l’anonimo ‘cerdella’ ripicca * senza riuscire ad argomentare nulla di interessante. Per sterilizzare le nutrie non serve catturarle una per una come lui o lei crede, ma basta avere a disposizione un anticoncezionale adatto e persone intelligenti che sappiano individuare maschi e femmine.
Tutto il resto rimane quello che è da decenni e quello che hanno fatto fino ad ora spendendo molto denaro pubblico non ha risolto il ‘problema’ dimostrando non solo una crudeltà perversa ma anche una totale mancanza di serietà.
Francarita Catelani (presidente della associazione Una Cremona Onlus)

*Riferimento a: C’è un limite a tutto In difesa delle nutrie Animalisti, siate seri (disponibile alla pagina: http://www.laprovinciacr.it/lettere/il-direttore-risponde/164158/lettere-al-direttore.html) 20/3/2017

sabato 1 aprile 2017

La Confidenza Lenta: LINK-ITALIA, Francesca Sorcinelli

vi consigliamo questo articolo, che presenta l'attività dell'associazione LINK ITALIA che si occupa della connessione tra violenza su animali e pericolosità sociale dei soggetti che la compiono.



La Confidenza Lenta: LINK-ITALIA, Francesca Sorcinelli: Francesca Sorcinelli è fondatrice del Progetto LINK-ITALIA nel 2009 e Presidente dell’omonima Associazione di Promozione Sociale...

sabato 18 marzo 2017

UNA Cremona in piazza a marzo (26/3/2017)

Anche a Marzo, non può mancare l'appuntamento con il nostro tavolo informativo!!!!
Troverete magliette, libri, opuscoli informativi, adesivi, qualche gadget e piccole creazioni fatte a mano...
Questo mese vi aspettiamo domenica 26 marzo... nei Giardini Pubblici di Piazza Roma a Cremona.


UNA Cremona onlus

Storia di Kina, una pseudorca prigioniera (con mail per protesta)

STORIA DI KINA
1987: al largo di Iki Island, Giappone, viene catturato un delfino nero, una pseudorca. 
Fino alla fine degli anni '80 alle isole Iki accadeva quel che accade oggi a Taiji: i cetacei più belli erano catturati per il mercato della cattività, gli altri uccisi perchè accusati di sottrarre i calamari di cui si nutrono al mercato della pesca locale. 
Kina viene venduta alla marina militare americana che la detiene all' Kaneohe Bay Hawaii assieme a due tursiopi, BJ e Boris, addestrata per la geolocalizzazione nelle missioni militari. 
Nel 1993 i tre cetacei vengono spostati in un' area di mare recintata e messi al servizio della Hawaii University per degli studi.
Le ricerche si concludono nell' agosto 2015, mantenere tre animali per l' università è una spesa, così vengono messi all' asta. 
Se li accaparra Sea Life Park (Hawaii) per una somma mai resa pubblica. 
Ma mentre Boris e CJ si esibiscono durante gli spettacoli, Kina viene confinata in una vasca sul retro del parco, sola, lontana dalla presenza degli altri cetacei con cui, sebbene di specie diversa, ha diviso la sua prigione per anni.
La sua vasca è molto piccola e poco profonda, senza alcun riparo dal sole; in natura i catacei raggiungono profondità elevate anche per ripararsi dai raggi solari, in cattività una zona d' ombra diventa indispensabile per evitare ustioni e problemi alla pelle. L' acqua è verde, densa di azoto e di rifiuti.
Sea Life Park, probabilmente consapevole di detenerle Kina in condizioni inaccettabili, non permette l' accesso alla sua vasca ai visitatori e proibisce al personale di girare video o fare foto. 
Lei galleggia inerme e muore di noia giorno dopo giorno.
Sea Life Park appartiene a Palace Entertainment, già proprietario del Miami Seaquarium, dove da 47 langue Lolita in completa solitudine (la sua storia: https://goo.gl/Q6pKWU).
Questa, la mail del curatore degli animali di Sea Park: JPawloski@sealifeparkhawaii.com    
A Kina non sarà mai restituita la libertà, ma bastano poche righe o un semplice #FREEDOMOFORKINA per chiedere che le venga concessa una sistemazione che possa almeno lenire in parte una vita di sofferenza.


Fonte: https://www.facebook.com/bastadelfinari/

Scriviamo a queste due mail: JPawloski@sealifeparkhawaii.comhdoa.info@hawaii.gov
Basta anche una semplice frase, ma facciamo tutti qualcosa per Kina!!